Per secoli, le risorse naturali sono state fonte di sostanze biologicamente attive da utilizzare in cosmetici o prodotti farmaceutici.

Gli ingredienti bioattivi di origine vegetale, derivati da erbe, fiori, frutti, radici e foglie, sono tutt’oggi estremamente importanti.

Documenti storici indicano che anche i licheni sono stati ampiamente sfruttati dalla medicina popolare per il trattamento delle problematiche cutanee.

Licheni: un identikit

I licheni sono organismi composti da un simbionte fungino (micobionte) associato ad uno o più simbionti fotosintetici (fotobionte).

Si tratta di un gruppo molto diversificato, comprendente circa 18.500 specie, i cui rappresentanti sono caratterizzati dalla coesistenza di oltre mille metaboliti secondari unici ed estremamente stabili, tra cui gli acidi lichenici.

Questi composti vantano una serie di proprietà benefiche, quali effetti antiossidanti, antibatterici, antimicotici, antivirali, antitumorali, antidiabetici, anticancro, antinfiammatori e antineurodegenerativi.

Ricerche scientifiche hanno evidenziato che possono essere perfino una fonte promettente di molecole attive da impiegare in formulazioni dermatologiche e cosmetiche.

Bioattivi dai licheni e citotossicità

Il presente lavoro, pubblicato su Molecules, è stato condotto con l’obiettivo di indagare la citotossicità delle sostanze di riferimento di licheni ed estratti di sette specie di licheni sulle cellule cutanee (cheratinociti, linea cellulare HaCaT; fibroblasti, linea cellulare BJ), con particolare attenzione all’effetto inibitorio su ialuronidasi, elastasi e collagenasi.

Le peculiarità antinfiammatorie di metaboliti ed estratti sono state valutate anche misurando l’inibizione dell’attività della citocromo-C ossidasi 2 (COX-2).

Le sette specie oggetto di studio sono state Cladonia unicialis (L.) Weber ex FH Wigg. (Cladoniaceae), Evernia prunastri (L.) Ach. (Parmeliaceae), Hypogymnia physodes (L.) Nyl. (Parmaliaceae), Parmelia sulcata (Taylor) (Parmeliaceae), Physcia adscendens (Fr.) H. Olivier (Physciaceae), Pseudoevernia furfuracea (L.) Zopf (Parmeliaceae) e Xanthoria parietina (L.) Th. Fr. (Teloschistaceae).

In particolare, negli estratti in acetone di tutte le specie di licheni sono stati identificati diversi metaboliti. Mediante cromatografia liquida ad alte prestazioni è stato analizzato il contenuto di sostanze licheniche negli estratti.

È stato dunque indagato l’impatto delle singole sostanze di riferimento specifiche, rispetto agli estratti di licheni, sulla vitalità dei cheratinociti (linea cellulare HaCaT) e dei fibroblasti (linea cellulare BJ) e sull’attività di enzimi selezionati correlati alla pelle.

Potenzialità e sfide future

Solo l’emodina antrone a una concentrazione di 200 mg/L è risultata citotossica per i cheratinociti e i fibroblasti in entrambi i test di vitalità cellulare. L’estratto di C. uncialis si è dimostrato citotossico solo per i cheratinociti, quando utilizzato alla stessa concentrazione.

Gli altri trattamenti saggiati hanno mostrato un effetto positivo sulla vitalità cellulare e nessuna citotossicità o citotossicità indeterminata (solo in uno dei test).

Le attività di elastasi e collagenasi sono state inibite dalla maggior parte degli estratti di licheni. A loro volta, i singoli composti (ad eccezione dell’acido evernico) hanno generalmente determinato un effetto stimolatorio indesiderato sull’attività di ialuronidasi e collagenasi. Quasi tutti i composti e gli estratti esaminati hanno, inoltre, presentato attività antinfiammatoria.

In conclusione, alcuni composti dei licheni si sono rivelati promettenti come potenziali ingredienti in formulazioni cosmetiche.

I profili di sicurezza ed efficacia richiedono, tuttavia, ulteriori approfondimenti.
L’elevata citotossicità dell’emodina antrone ha evidenziato le sue potenzialità nel trattamento di malattie cutanee iperproliferative come la psoriasi.

Baczewska I, Hawrylak-Nowak B, Zagórska-Dziok M, Ziemlewska A, Nizioł-Łukaszewska Z, Borowski G, Dresler S; Towards the Use of Lichens as a Source of Bioactive Substances for Topical Applications. Molecules. 2024; 29(18):4352. https://doi.org/10.3390/molecules29184352