Cresce la consapevolezza tra le aziende italiane sull’importanza di strumenti tecnologici realmente flessibili e integrabili per rispondere alle esigenze operative quotidiane: i produttori del settore cosmetico sono sempre più attenti nell’identificare le proprie carenze, riconoscere ciò che funziona e individuare le aree di miglioramento.

È quanto osservato da weBrief in un confronto diretto con i visitatori in occasione del Making Cosmetics del 20 e 21 novembre scorsi.

Rispetto allo scorso anno, sottolinea l’azienda in un comunicato, è emersa una maggiore lucidità nell’analisi dei bisogni aziendali, con una chiara richiesta: abbandonare software statici e poco adattabili, inadeguati per garantire efficienza e competitività.

Flessibilità e integrazione: le priorità delle imprese

Molti software oggi sul mercato hanno dimostrato limiti nella loro capacità di evolversi, penalizzando le aziende nella gestione fluida delle attività. Le richieste più diffuse riguardano:

  • adattabilità e integrazione: la possibilità di comunicare efficacemente con altre soluzioni già adottate in azienda è una necessità irrinunciabile;
  • centralizzazione delle operazioni: le aziende cercano un unico punto di riferimento per la gestione di tutti gli ambiti aziendali, eliminando la complessità di lavorare con sistemi operativi differenti, interfacce multiple e pacchetti distinti che spesso non dialogano tra loro.

«Non vogliamo più doverci adattare a soluzioni frammentate e scollegate – è la richiesta raccolta da weBrief –. È fondamentale avere strumenti che parlino la stessa lingua, eliminando ostacoli di scambio dati o di comunicazione tra i vari reparti».

«Siamo felici di aver partecipato al Making Cosmetics: per noi è stata la conferma che stiamo andando nella giusta direzione con lo sviluppo del nostro prodotto weBrief», è stato il commento di Giangiacomo Maria Cattaneo, ideatore del software.