L‘acido cinnamico è un acido monocarbossilico costituito da acido acrilico con un sostituente fenilico in posizione 3. Prende il nome dalla spezia cannella (corteccia di Cinnamomum zeilanicum) e può formare esteri con acidi con un gruppo idrossilico, lipidi o zuccheri e ammidi con ammine aromatiche e alifatiche.

L’acido cinnamico esiste naturalmente nelle forme cis o trans, sebbene quest’ultima sia predominante per la maggiore stabilità.

Oltre all’acido cinnamico, in cosmetica sono ampiamente utilizzati i suoi derivati idrossilici, come l’acido 4-idrossicinnamico (acido p-cumarico), l’acido 3,4-diidrossicinnamico (acido caffeico), l’acido 4-idrossi-3-metossicinnamico (acido ferulico) e l’acido 3,5-dimetossi-4-idrossicinnamico (acido sinapico).

L’acido p-cumarico è presente comunemente nelle piante, tra cui il ginseng e gli oli di semi di camelia. L‘acido ferulico si ritrova in quantità significativa nella crusca di frumento, nei pomodori, nella cucurbitacea e in diverse erbe e spezie quali timo, salvia, maggiorana e rosmarino.

L’acido sinapico è un composto generalmente contenuto in segale, senape e bacche ed è anche un componente della propoli.

L’acido caffeico è uno degli acidi fenolici più frequente in piante e funghi. Oltre ai chicchi di caffè, una delle più ricche fonti di acido caffeico è il rosmarino (Rosmarinus officinalis).

Acido cinnamico e derivati in cosmesi: lo studio

L’acido cinnamico e i suoi derivati ottenuti da fonti naturali sono stati impiegati principalmente come materie prime profumate e balsami per pelle e capelli.

Gli acidi idrossicinnamici e i loro derivati vantano una gamma di proprietà cosmetiche benefiche che li rendono preziosi in formulazioni con effetti depigmentanti, antiage e rigenerativi.

Oggigiorno, non solo i derivati naturali dell’acido cinnamico ma anche quelli sintetici vengono usati come ingredienti attivi nei prodotti di bellezza.

Fungono ancora da materie prime profumate, ma sono sfruttati anche per scopi più specifici.

Il presente lavoro, pubblicato su Molecules, prende in esame le proprietà dell’acido cinnamico e dei suoi derivati per chiarirne i meccanismi d’azione a supporto delle dermatosi più diffuse.

Nello specifico, vengono discusse le capacità antiossidanti, lenitive, antimelanogeniche e antimicrobiche.

Multifunzionalità: le conclusioni

L’acido cinnamico e i suoi derivati, sia naturali sia sintetici, possono essere utilizzati nei prodotti cosmetici a supporto del trattamento di dermatosi selezionate, come acne vulgaris, dermatite atopica, dermatite da contatto e iperpigmentazione.

I meccanismi d’azione dei derivati dell’acido cinnamico comprendono proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche, nonché attività antimelanogenica.

La neutralizzazione delle specie reattive dell’ossigeno determina una riduzione dello stress ossidativo, che può migliorare la funzione della barriera idrolipidica cutanea e regolare la produzione di melanina nella dermatite atopica e nell’iperpigmentazione.

Gli effetti lenitivi possono, inoltre, giovare al trattamento dell’acne modulando la risposta infiammatoria associata alla proliferazione di Cutibacterium acnes. In caso di dermatite da contatto, i derivati dell’acido cinnamico possono alleviare l’infiammazione innescata da sostanze irritanti o allergeni.

Questo complesso meccanismo molecolare è alla base del potenziale multifunzionale di derivati selezionati che possono essere inseriti come ingredienti attivi nelle formulazioni cosmetiche. Composti multifunzionali particolarmente promettenti sono l’acido cinnamico, l’acido p-idrossicinnamico, l’acido ferulico, l’acido sinapico e l’acido caffeico, che esercitano più di un meccanismo molecolare.

L’azione multifunzionale è particolarmente rilevante nel trattamento di acne vulgaris e dermatite atopica. È importante considerare anche il potenziale rischio di reazioni allergiche o irritazioni.

Kabat M, Popiół J, Gunia-Krzyżak A. Cinnamic Acid Derivatives as Potential Multifunctional Agents in Cosmetic Formulations Used for Supporting the Treatment of Selected Dermatoses. Molecules. 2024; 29(23):5806. https://doi.org/10.3390/molecules29235806

 

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