Deodoranti e antitraspiranti costituiscono un mercato che in Italia ha una dimensione di 450 milioni di euro. Legati per la distribuzione in larga misura al mass market, in cui realizzano 384 milioni di euro di scontrini, hanno come secondo canale di vendita la farmacia e, in misura marginale, la profumeria. Pur avendo registrato una certa contrazione nel 2020, -5,5% in base alle rilevazioni di Cosmetica Italia, quella dei deodoranti è tra le categorie che meglio hanno tenuto nella crisi pandemica.

“I deodoranti rappresentano un mercato rilevante per l’industria cosmetica –considera il cosmetologo Maurizio Santi. -Sono prodotti di cui si fa un uso massiccio nella quotidianità della maggior parte delle persone, non legato alla stagionalità. Hanno, inoltre, un’importanza sociale elevata: il controllo degli odori corporei costituisce una forte attenzione per la maggior parte dei consumatori, che pongono molte aspettative nel prodotto. Contrariamente ad altre categorie legate alla routine della detergenza, hanno normalmente una buona profittabilità. Il deodorante, infatti, massimizza l’utilizzo e i margini, costituendo una merceologia importante per il business dei produttori e dei brand, molto interessante dal punto di vista commerciale”.
Nella terza edizione del Manuale del Cosmetologo, a cura di Giovanni D’Agostinis e di Elio Mignini, Maurizio Santi ha redatto il capitolo sui deodoranti, riflettendovi la sua pluriennale esperienza di formulatore. “L’aspetto della formulazione è la parte più rilevante nel mondo dei deodoranti –rileva, -su cui oggi si fonda gran parte dell’innovazione. Le forme cosmetiche hanno infatti raggiunto l’apice nella varietà, come anche i diversi formati di erogazione e di packaging, mentre proprio con la formulazione possiamo riuscire a soddisfare le più raffinate esigenze del consumatore dei mercati maturi. Nel capitolo, ho preso in esame in modo sistematico le tecnologie, le possibilità, i formati di erogazione fornendo un quadro quanto più possibile esaustivo delle possibilità di formulazione. Un vasto excursus è stato dedicato a come l’industria interpreta i deodoranti nelle sue proposte, ma ho voluto partire da una breve storia dell’olfatto e da una presentazione dell’origine della percezione olfattiva”.
In linea con il target di lettori a cui il Manuale del Cosmetologo si propone, anche la parte sui deodoranti si rivolge sia al giovane cosmetologo sia all’esperto. “Nelle mani di un giovane formulatore, il capitolo si pone come una guida pratica. Ma anche il cosmetologo già inserito nell’industria può utilmente avvantaggiarsi di una esposizione razionale, di una visione evoluta di questo mercato e di tutto ciò che di nuovo si può formulare, per un bagaglio che può completare il dominio anche di chi ha più esperienza. Proprio con lo scopo di fornire una visione più ampia, ho voluto dedicare una parte alla biologia degli odori corporei e alla secrezione ghiandolare, perché sono conoscenze utilissime per lo sviluppo dei prodotti, che non sempre fanno parte del bagaglio formativo del chimico. Inoltre, ho inserito cenni storici e curiosità sulla cultura olfattiva, per una lettura tecnica ma anche piacevole”.
Il capitolo vuole offrire uno sguardo completo e supportare sia chi si rivolge al mercato italiano sia ai mercati internazionali nella loro complessità e diversificazione. “Ormai in tutti i mercati globali l’offerta di prodotti e tecnologie è completa, ma con differenze nella diffusione delle diverse categorie di deodoranti –considera Santi. -Per esempio, rispetto a quanto avviene in Europa, nel mondo statunitense il ricorso agli antitraspiranti è ben maggiore; in Nord-Europa si sta diffondendo il prodotto alcolico, che in passato rappresentava un mercato trascurabile in questa area geografica. Nei mercati maturi, la maggior parte delle persone vive in ambienti climatizzati e ha uno stile di vita che non prevede uno sforzo fisico elevato, di conseguenza il deodorante riveste un significato che risponde a esigenze di benessere personale e di comfort più che di deodorazione, pur con differenze che riguardano approcci personali o particolarità culturali. Questo per dire che la cultura della cura della persona si evolve, le esigenze cambiano, per questo è fondamentale attingere a una base di conoscenze allargate, per sviluppare una sensibilità per gli stimoli culturali dei diversi mercati che, insieme alla preparazione tecnica, può fare la differenza per il successo del prodotto che si sta sviluppando”.
Il MANUALE DEL COSMETOLOGO – III EDIZIONE, di oltre 1.000 pagine, è diventato in questi anni un autentico punto di riferimento nel settore, raccoglie i migliori esperti del settore, chiamati a redigere capitoli nuovi o a rinnovare, alla luce delle evoluzioni specifiche, gli argomenti di propria competenza.
Lo schema dell’opera è stato modificato in modo sostanziale e suddiviso in 5 sezioni principali con complessivi 20 capitoli.