Gli autori dello studio hanno osservato la composizione chimica e le attività antiossidanti e antimicrobiche degli oli essenziali (OE) di sei specie: Laurus nobilis, Chamaemelum nobile, Citrus aurantium, Pistacia lentiscus, Cedrus atlantica e Rosa damascena.

Lo screening fitochimico di queste piante ha rivelato la presenza di metaboliti primari, ovvero lipidi, proteine, zuccheri riducenti e polisaccaridi, e di metaboliti secondari come tannini, flavonoidi e mucillagini.

Oli essenziali in cosmesi

Gli oli essenziali sono stati estratti per idrodistillazione. Le rese erano comprese tra 0,06 e 4,78% (ml/100 g). L’analisi della composizione chimica effettuata mediante GC-MS ha mostrato la presenza di 30-35 composti che rappresentavano tra il 99,97% e il 100% della composizione totale degli OE, con qualche differenza tra queste specie nella composizione chimica rilevata a livello dei composti maggioritari.

In effetti, nell’olio essenziale di L. nobilis, l’1,8-cineolo (36,58%) è il componente principale. Nell’olio essenziale di C. nobile, il composto più abbondante è l’angelilangelate (41,79%). L’olio essenziale di C. aurantium è ricco di linalolo (29,01%). L’olio essenziale di P. lentiscus è dominato dal 3-metilpentilangelato (27,83%). Il composto principale di C. atlantica è il β-imachalene (40,19%), mentre l’olio essenziale dei fiori di R. damascena è ricco di n-nonadecano (44,89%).

L’analisi degli oli essenziali

L’analisi della somiglianza tra gli oli essenziali delle piante studiate ha mostrato che la composizione chimica degli OE permette di separare queste piante in tre gruppi.

Il primo gruppo è rappresentato da C. nobile, perché ricco di monoterpeni ossigenati. Il secondo gruppo consiste in C. atlantica e R. damascena, che sono ricchi di sesquiterpeni. Il terzo gruppo raccoglie P. lentiscus, L. nobilis e C. aurantium, che sono composti da sesquiterpeni e monoterpeni ossigenati (queste tre specie sono molto vicine).

Lo studio dell’attività antiossidante ha mostrato che tutti gli oli essenziali testati hanno un’elevata capacità di scavenging dei radicali liberi da DPPH.

L’OE di L. nobilis ha mostrato l’attività più elevata (76,84%), seguito dall’OE di P. lentiscus (71,53%), dall’OE di C. atlantica (62,38%), dall’OE di C. nobile (47,98%) e dall’OE di C. aurantium (14,70%).

Le conclusioni

I ricercatori hanno testato l’attività antimicrobica degli oli essenziali contro otto ceppi batterici e otto ceppi fungini; i risultati hanno mostrato che gli OE hanno una significativa attività battericida e fungicida contro tutti i microrganismi testati.

Le MIC dei ceppi batterici partono da 5 mg/mL, mentre le MIC dei ceppi fungini sono comprese tra 0,60 mg/mL e 5 mg/mL. Pertanto, questi oli essenziali ricchi di componenti antimicrobici e antiossidanti possono servire come alternativa naturale; ciò conferma il loro utilizzo come additivi nei cosmetici.

Ailli et al., Phytochemistry and Biological Activities of Essential Oils from Six Aromatic Medicinal Plants with Cosmetic Properties; 2023; Antibiotics; doi:10.3390/antibiotics12040721