I prodotti per i capelli e quelli per le unghie attualmente hanno necessità di avere in formula alcune materie prime determinanti per ottenere, sopratutto in ambito professionale, quelle performance che portano a risultati concreti.

Si tratta di sostanze sintetiche che, in ben precise condizioni, riescono a portare ad un’ottima efficacia. La scienza cosmetica è, attualmente, impegnata a trovare sostanze di origine naturale in grado di sostituire quelle sintetiche e di avere le stesse performance.

Molte aziende, nel frattempo, si sono impegnate, o si stanno impegnando a formulare il veicolo, gelificanti, emulsionanti e tensioattivi, con materie prime naturali o di origine naturale sino al 95% e questo è già un bel passo avanti.

Certamente si afferma la tendenza ad abbinare le performance estetiche a concetti di protezione dello scalpo e mantenimento del suo equilibrio, il trattamento del capello con acido ialuronico come idratante e prebiotici insieme a sostanze che mantengono il microbiota.

Per le unghie poche novità, con smalti per il trattamento rinforzante e colore dell’unghia.
Nei cosmetici in genere degli anni ’70-’80, era di moda inserire in formula materie prime di terre lontane per dare poi ad esse una forte risonanza nella comunicazione, come se esotico volesse dire esclusivo e funzionale. Per fortuna molte cose sono cambiate e ancora devono cambiare. Una mano ce la darà la Direttiva UE 2024/825 che obbliga a sostanziare i green claim insieme ad opportune linee guida e un serrato controllo sul mercato.

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, c’è chi si sta impegnando sulla strada dell’agricoltura, promuovendo modalità di coltivazione biologica rigenerativa e/o metodi di agricoltura verticale per ottenere sostanze di uso cosmetico, ottime iniziative queste per contribuire a rallentare il cambiamento climatico e il declino della biodiversità.

Inoltre, c’è già chi sta puntando sulla riduzione del packaging, rifiutando l’eccesso di imballaggio a favore di un minimalismo del confezionamento, e sullo snellimento della catena produttiva anche grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale: è infatti importante considerare le opportunità legate a questa grande rivoluzione tecnologica, da cui anche il nostro settore può ottenere molto.

Nelle scelte formulative, credo che sia da rigettare la prassi di allungare l’elenco degli ingredienti inserendo materie prime in quantità non adeguata a contribuire all’efficacia.

Inoltre, il ricorso a materie prime di provenienza esotica dovrebbe essere oggetto di una attenta valutazione che consideri le emissioni dovute ai lunghi percorsi dei trasporti nonché, a livello delle filiere di fornitura, gli impatti ambientali su habitat di grande valore ecologico; valutazioni che non devono trascurare i bisogni delle comunità locali.

Oggi più che mai è necessario concentrarsi sugli attivi e, senza dimenticare di lavorare a un adatto veicolo, occorre tener presente il potenziale inquinante di ogni ingrediente.

La vera sfida della cosmetica del futuro è formulare con ingredienti di cui si ha una profonda conoscenza e di provata efficacia e, possibilmente, provenienti da fonti rinnovabili. Stiamo parlando di Essenzialità, tema magistralmente trattato da tutti i relatori del nostro Evento del 20 giugno scorso.

Quest’epoca è contrassegnata da grandi prove da affrontare, quindi da cambiamenti e, come afferma il grande e globale architetto inglese Norman Foster: «Bisogna credere nel cambiamento come unica costante della vita, la predisposizione al cambiamento è vita ed io sono attratto da esseri umani che sono in continua agitazione interna».